In Sicilia, alla scoperta di Palermo. Da non perdere. Il tempo non ha offuscato le sue bellezze antiche. Da vedere e da vivere. Palermo è collocata nella Conca d'Oro, in un punto nella costa ricco di approdi, tanto che il nome stesso deriva dal greco Panormos, "tutto porto". Le sue origini risalgono al III millennio a. C. Palermo fu porto dei Cretesi, degli Elimi e dei Greci. I Fenici vi si insediarono nell' VIII secolo a. C. e, due secoli più tardi, eressero la prima cinta muraria a difesa della città, che aveva un nodo strategico per i commerci nel Mediterraneo occidentale e con la costa africana. Ai Fenici subentrarono i Romani, di cui restano testimonianze a Villa Bonanno. L'epoca d'oro di Palermo ebbe però inizio durante la dominazione araba, per poi seguire con quelle normanna e sveva. Sotto gli arabi, dall'831 al 1072, la città conobbe un periodo di grande sviluppo urbanistico. I normanni, subentrati agli Arabi, incrementarono il prestigio della città. L'influenza normanna è ancora viva nei monumenti che ancora si possono ammirare a Palermo. Tra gli edifici religiosi, ricordiamo la cappella Palatina e la Martorana, con i loro mosaici bizantini, le chiese di San Giovanni degli Eremiti e di San Cataldo, i palazzi della Zisa e della Cuba, in cui è presente l'impronta dell'arte araba. E, ancora il duomo di Palermo e il duomo di Monreale, e le chiese della Magione e del Vespro. Nell' VIII secolo, sotto gli Svevi, la corte dell'imperatore Federico II divenne uno dei più importanti centri culturali dell'Occidente. Nei secoli successivi, Palermo attraversò un periodo di crisi, che durò fino a tutto il dominio degli Angioini e degli Aragonesi. Durante il periodo della dominazione spagnola la città cambio volto: sullo stile gotico catalano, ricordiamo i palazzi Abatellis e Aiutamicristo e la chiesa di Santa Maria della Catena, fini col diffondersi lo stile barocco, che costituisce lo stile principale del centro storico, ricordiamo le chiese San Giuseppe dei Teatini, Santa Caterina e la chiesa del Gesù. Si risale all'inizio del seicento il nuovo asse portante del centro cittadino, Via Maqueda che taglia l'antica Via del Cassaro (oggi corso Vittorio Emanuele). Il settecento fu il secolo dell'incertezza per Palermo, sostenuto dai brevi regni savoiardo e austriaco, e dal tumultuoso periodo borbonico. Dell'architettura settecentesca ricordiamo gli oratori di Santa Zita, del Rosario e di San Lorenzo. Dal 1860, dopo l'unità d'Italia, la città subì uno stravolgimento urbanistico, che porto allo sventramento di interi quartieri. Furono abbattute le mura, che aprirono le porte a una nuova arteria, Via Roma. Di questo periodo, ricordiamo i due magnifici teatri Massimo e Politeama. La fine della seconda guerra lasciò parecchi danni, sventrandone i quartieri sul mare. Dopo il conflitto bellico Palermo ha visto crescere la sua popolazione, riuscendo con difficoltà ad adattare gli spazi urbani ed economici. La speculazione edilizia che segnò nel dopoguerra Palermo, la cui periferia ha subito un ampliamento incontrollato, con danni per l'agricoltura e per il tessuto sociale. Ancora oggi, il volto di Palermo mostra notevoli segni di abuso e di degrado edilizio.
H. Esehcram
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Lungo mare Via Messina Marine
Foto H. Esehcram |
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Lungo mare Via Messina Marine
Foto H. Esehcram |
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Chiesa S. Maria La Nova (Palermo)
Foto A. Esehcram |
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La Cala (Palermo)
Foto H. Esehcram
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Largo Cavalieri Malta (Palermo)
Chiesa di Santa Maria in Valverde
Foto H. Esehcram |
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Di fronte La Cala (Palermo)
Foto H. Esehcram
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